La giada in Piemonte

 


Introduzione

 

La giada è una pietra ornamentale di origine metamorfica. Infatti, il termine “giada” viene applicato a due diverse rocce metamorfiche costituite da diversi silicati contenenti calcio, sodio, alluminio e magnesio. La giada-nefrite è costituita da anfiboli, quali attinoto e tremolite, entrambi minerali ricchi in calcio. Invece, la giada-giadeite è costituita quasi interamente da giadeite, un pirosseno ricco di sodio e alluminio. Questa seconda varietà è quella più apprezzata sul mercato, soprattutto tanto è maggiore il contenuto in giadeite. Entrambe le varietà di giada mostrano circa la durezza del quarzo (6-7 Mohs) e sono eccezionalmente tenaci.

Approfondendo invece il lato storico-culturale di questo materiale, il termine inglese “jade” deriva dal termine spagnolo “piedra de jada” (registrato per la prima volta nel 1565) o “loin stone”, per la sua presunta efficacia nel curare le malattie renali ed intestinali. Questa credenza era già presente nei popoli mesoamericani (es. magia imitativa) nell’epoca del ferro.

Invece il termine “Nefrite” deriva da “lapis nephriticus”, la versione latina dello spagnolo “piedra de jada”. “Nefrite” deriva da “Nefros”, cioè “rene”. Fu solo all’inizio del 900’ che un mineralogista francese determinò che la giada era suddivisibile in due materiali litologici diversi. La giada-nefrite e la giada-giadeite erano però già estratte, lavorate e scambiate nella preistoria per scopi religiosi e sanitari, costituendo un mercato continentale.

 giada italiana

 


 

Uno sguardo ai minerali presenti nella giada

La giada è un termine commerciale che indica un vasto range di rocce, le quali sono composte da numerosi minerali. Sono quindi rocce eterogenee in composizione. Principalmente, il termine “giada” caratterizza due rocce diverse:

  1. GIADA-GIADEITE: presenza maggioritaria del minerale “giadeite” (pirosseno sodico ed alluminifero). Questa roccia è anche chiamata “giadeitite” o “pirossenite” ed è associata ad un colore biancastro naturale, il quale vira al verdognolo-verde smeraldo a causa della presenza di ioni cromofori, quali manganese (colore viola-lavanda), ferro, cromo (colore verde-rosso);
  2. GIADA-NEFRITE: presenza maggioritaria del minerale “attinoto” (è un anfibolo). La nefrite è una miscela tremolite-actinolite e presenta un colore meno intenso della controparte ricca in cromo.

Si associa al termine “giada” anche il principale minerale composizionale dal punto di vista mineralogico, come ad esempio “giada-giadeite” o “giada-nefrite”.  

 


 

La giada piemontesegiada piemontese

La giada che si trova in Piemonte è comunemente denominata “giada piemontese”. Dalle analisi che sono state condotte si è notato come queste varietà tendano a ricadere nel range composizionale della giada-onfacite, cioè una pietra ornamentale con un rapporto tra ioni Na / (Na+Ca) nel campo dell’onfacite (vedi grafico composizione a lato; 0.8-0.2) [Morimoto et al., 1988].

È il cromo che fornisce il colore verde in diverse tonalità alla giada piemontese. È considerabili come ione c

romoforo. Anche il ferro assieme al cromo fornisce una colorazione verdognola, tipicamente più scura e profonda. Il grado di traslucidità (quanto la luce riesce effettivamente a trasmettersi nell’oggetto) è elevato in questo caso. Maggiormente il cromo è diffuso, migliore sarà l’uniformità del colore complessiva.

 

 

 

 


 

Giacimentologia e tecniche di estrazione antiche e moderne della giada

I principali giacimenti moderni sono ubicati in: Birmania, Cina, Messico, Guatemala (importante per i popoli precolombiani Maya o Aztechi nell’ambito religioso con maschere funerarie ed oggetti sacri quali coltelli sacrificali e preziosi), etc. In Europa si estraeva, lavorava e commerciava la giada già nell’Epoca del Ferro dalle Alpi alla Norvegia. Venivano prodotti taglienti (es. accette e coltelli) ed asce cerimoniali. C’era un vero e proprio mercato di questi oggetti in Europa nella preistoria! La principale fonte di questo materiale gemmologico sono le ofioliti piemontesi, in particolar modo nell’area del Monviso, dalla quale provenivano i campioni di giada di qualità maggiore. Vista la scarsità del materiale di partenza, questi oggetti cerimoniali venivano posseduti da sciamani ed usati in ambiti religiosi.

Dal punto di vista giacimentologico, la giada è una roccia ricca in pirosseni (es. giada-giadeite) oppure anfiboli (giada-nefrite) e sono entrambi minerali frequenti nelle ofioliti. Una delle miniere più importanti al mondo è ubicata a Burma, in Myanmar, in cui le giade-giadeiti vengono estratte in cave a cielo aperto, tagliate in blocchi di diverse tonnellate e quindi esportate. Le cave sono impostate anche in placer alluvionali (es. cava di Sate Mu, Uru river). In entrambi i casi, le estrazioni sono impostate in contesti di bassa sicurezza di cantiere se non assente. In questo ultimo caso, i minatori spesso sono improvvisati ed appartenenti a categorie molto povere della popolazione. I ciottoli vengono ricercati lungo le aree di estrazione e si estraggono quelle rocce con un colore esterno coerente con quello della roccia ricercata, cercando di capire anche la trasparenza del grezzo (quando possibile). Spesso però le caratteristiche esterne non sono rappresentative di quelle interne, in quanto il “carapace di alterazione” presenta i minerali maggiormente fratturati ed alterati. Si esegue anche la prospezione subacquea per riconoscere più facilmente i ciottoli maggiormente interessanti.


 

Vetrina fotografica

 campione di giada piemontese

 Campione di giada piemontese di colore azzurrognolo ritrovato lungo le sponde del torrente;

 

sezione di una giada

Sezione di una varietà di metagabbro smaragditico, in cui il minerale verde (onfacite) contiene cromo, fornendo questa apprezzabile tonalità verde;

 

giada a cabochon

Cabochon “a bottone” di giada piemontese contenente diversi minerali (pirosseni smaragditici, giadeite, zoisite e rutilo);

 

cabochon di giada

Esempio di cabochon di giada piemontese, ricco in giadeite, applicato ad un gioiello retroilluminato (albero della vita prodotto da geometriasacra.com in acciaio).

 


Conclusioni

La giada piemontese è una pietra ornamentale che potrebbe innescare nel prossimo futuro un fiorente mercato con i paesi asiatici, soprattutto del “grezzo”. È un materiale lapideo molto promettente ma sono necessarie ancora numerose indagini scientifiche per caratterizzarne la composizione chimica, le sue varietà principali e carpirne la risposta di mercato di eventuali parti interessate. Infatti, per generare un mercato sono richieste due figure: il venditore, il quale immette sul mercato un prodotto, formando l’offerta ed un acquirente, il quale domanda un prodotto e lo acquista dal momento che questo è disponibile. In conclusione, staremo a vedere nei prossimi anni se questo interessante materiale gemmologico diventasse richiesto.

 

Ulteriori approfondimenti:

 


Fonti:

  • Gems and Gemmology: An Introduction for Archaeologists, Art-Historians and Conservators di Stefanos Karampelas, Lore Kiefert, Danilo Bersani, Peter Vandenabeele
  • Gemstone Word Search Puzzle Book - 70 Puzzles: Challenging Word Search Puzzle Book For Adults di Kate Munns
  • Gemstones of the World: Newly Revised Fifth Edition Copertina rigida – 2 luglio 2013
  • Edizione Inglese di Walter Schumann

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